Software art: generative art, critical software e social software | Vademecum delle arti digitali

Nell’ambito del più vasto panorama della net art e new media art un discreto schieramento di artisti programmatori ha dato vita, a partire dalla seconda metà degli anni ’90, ad una forma d’arte esclusivamente concentrata sul codice, la software art.

Software e interfaccia grafica

Come è noto il software, quell’insieme di istruzioni che permettono ad un qualsiasi elaboratore di poter funzionare, è alla base del nostro quotidiano. Il software lo troviamo nei nostri pc, tablet e smartphone, in buona parte degli elettrodomestici che utilizziamo tutti i giorni, in auto, nella domotica delle case ecc…

Il grande salto nel mondo del software collegato agli elaboratori domestici si ebbe nel 1984 quando la Apple di Steve Jobs lanciò Macintosh, il primo computer dotato di un’interfaccia grafica utente. L’innovazione non fu cosa da poco, se fino ad allora, ad esempio, per eliminare una cartella dal pc bisognava conoscere il comando “delete” adesso, con l’interfaccia grafica, lo stesso risultato lo si ottiene trascinando quella stessa cartella nel cestino.

In breve tempo, grazie alla facilità d’uso dell’interfaccia grafica, i computer poterono essere utilizzati da un gran numero di persone senza competenze specifiche, cosa questa che contribuì enormemente alla loro diffusione. Ma il software in realtà che utilizziamo (non solo sul pc) è scritto da dei programmatori, molti dei quali impiegati in aziende hi-tech e multinazionali, e questo rappresenta un problema, almeno secondo una parte dei software artist.

Critical software

Mettere in crisi la fiducia dell’utente nell’interfaccia grafica dei software commerciali è infatti la volontà programmatica del cosiddetto critical software, una branca della software art che mira a responsabilizzare i consumatori di fronte alle sottili trappole messe in atto dai programmatori dei software gestionali di tutti quei prodotti, a cominciare dagli smartphone, che usiamo quotidianamente.

Social software e generative art

Altri due importanti sottogeneri della software art sono poi il social software e la generative artIl social software non è altro che il “free software – open source”, ovvero tutti quei programmi che possono essere liberamente utilizzati e/o modificati nel loro codice sorgente da chiunque (a patto di condividerne pubblicamente e gratuitamente le eventuali modifiche). Nella generative art invece il software viene usato come strumento per creare arte in modo automatico attraverso un processo generativo che ha come caratteristica principale quella di negare, in tutto o in parte, l’intenzionalità dell’autore – un approfondimento sulla generative art lo trovi nel penultimo capitolo di questa guida –.

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vademecum net art capitolo 5