Progetti “storici” di Net art e New Media art | Vademecum delle arti digitali

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opere storiche net art e new media art

386 dx alexei shulgin tutorial net art

386 DX di Alexei Shulgin (1998)

Il russo Alexei Shulgin è stato uno degli artisti più rappresentativi della Net Art delle origini. Dopo questo primo periodo di sperimentazione online l’artista moscovita ha cominciato a guardare con sempre maggiore interesse al campo musicale. E’ del 1998 infatti il suo 386 DX ovvero “la prima rock band cyberpunk al mondo”. Il progetto consiste in un antiquato computer con processore Intel 386 DX, un programma di conversione vocale e un vecchio software MIDI per creare basi musicali. Con questa attrezzatura spartana e sorpassata Alexei Shulgin dava vita a vere e proprie performance in cui sintetizzava dal vivo famose canzoni pop dell’epoca. Come il suo collega Cory Arcangel (Super Mario Clouds) anche Shulgin ama utilizzare tecnologie obsolete per farsi beffe del culto del nuovo che caratterizza il mercato dei prodotti tecnologici.

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a-trees natalie jeremijenko tutorial net art

A-trees di Natalie Jeremijenko (1999)

Natalie Jeremijenko è una artista ed ingegnere australiana da sempre interessata all’intreccio tra nuove tecnologie e ambiente. In A-trees ad esempio, uno dei suoi lavori più noti, si assiste alla crescita simulata di un albero direttamente sul desktop del nostro Pc. L’albero infatti è programmato per crescere gradualmente grazie ad un algoritmo della crescita auto-replicante. In realtà ad intervenire sulla crescita dell’albero non è solo la programmazione impostata dalla Jeremijenko bensì il rilevamento, realizzato mediante un apposito sensore, del livello di diossido di carbonio presente nell’aria intorno al computer. In poche parole più l’ambiente, ad esempio una semplice stanza, è inquinato, maggiore sarà l’attesa per vedere l’albero crescere. Ennesimo esempio di opera new media dove reale e virtuale si fondono tra loro.

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border xing guide heath bunting tutorial net art

BorderXing Guide di Heath Bunting (2008)

BorderXing Guide è un’opera di Net Art dell’artista britannico Heath Bunting sponsorizzata dalla Tate Gallery di Londra e dalla Fondation Musée d’Art Moderne Grand-Duc Jean (MUDAM). Il progetto è una sorta di guida online per oltrepassare i confini europei in modo clandestino. Il sito web è quindi dedicato a tutti coloro che non possono attraversare i confini tra i vari paesi del vecchio continente in modo legale. Si va dagli attivisti alle persone in cerca d’asilo fino a quelli che non hanno i documenti in regola, o che addirittura ne sono sprovvisti, e che quindi sarebbero per legge impossibilitati a circolare.

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brandon shu lea cheang tutorial net art

Brandon di Shu Lea Cheang (1999)

Brandon è il primo progetto di Net Art commissionato dal Guggenheim Museum di New York. La scelta cadde sull’artista statunitense di origine taiwanese Shu Lea Cheang, artista che, nel proprio lavoro, affronta abitualmente temi di attualità collegati ai mass media. Il progetto presentato dall’artista si chiama “Brandon” ed è ispirato alla tragica vicenda di Brandon Teena (nata Teena Renae Brandon), una ragazza americana di ventuno anni che, nel 1993, fu violentata e poi uccisa per essersi fatta passare per uomo (il caso divenne famoso a livello internazionale anche grazie al film “Boys Don’t Cry”). Nella home page del sito web una brevissima animazione racchiude in modo simbolico l’esperienza personale di Brandon Teena, da neonato a donna, da donna a uomo.

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Carnivore di RSG – Radical Software Group (2001)

Alla fine degli anni ’90 la FBI statunitense iniziò a servirsi di un particolare software chiamato Carnivore. Installato all’interno di un qualsiasi provider (fornitore di servizi Internet) questo software riusciva praticamente a monitorare le abitudini di tutti gli utenti collegati, a leggere la loro posta, ad ascoltarli in chat, insomma a spiarli. Quando la cosa divenne di dominio pubblico (nel 2000) infuriò la polemica per l’evidente violazione della privacy che l’utilizzo di “Carnivore” comportava. Il software fu ritirato ma, a quanto pare, la cosa non soddisfò un gruppo di artisti chiamato RSG (Radical Software Group) che, provocatoriamente, creò una versione pirata del programma destinata, invece che a spiare gli utenti, a reperire online materiale utile per la comunità internazionale di new media artist (soprattutto immagini, testi ecc..).

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Deep ASCII di Vuk Cosic (1998)

Deep ASCII è un progetto dell’artista sloveno Vuk Cosic che fa parte di “ASCII History of Moving Images”, una serie di lavori dove telefilm e classici del cinema sono convertiti in brevi animazioni realizzate attraverso i simboli dello standard per la codifica dei caratteri (codice ASCII). In Deep ASCII l’artista utilizza uno spezzone di un noto film porno dei primi anni ’70 dal titolo “Gola profonda”. Per dare vita a forme e figure Vuk Cosic, tramite un’apposito software, trasforma ogni inquadratura del film in un’immagine dove i caratteri ASCII sostituiscono i pixel dello schermo. Finita la trasformazione l’artista fa scorrere le immagini prodotte in rapida successione ricostruendo così la sequenza originale della pellicola.

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[domestic] di Mary Flanagan (2003)

[domestic] è un lavoro di Mary Flanagan, artista che ama utilizzare la computer game come mezzo espressivo. Adattato al videogioco “Unreal Tournament” (sparatutto in cui il giocatore esplora un labirintico ambiente a caccia del nemico da abbattere), Il progetto è in realtà basato su un evento traumatico del quale la Flanagan fu vittima all’età di sette anni. Un giorno infatti, mentre faceva ritorno a casa percorrendo un sentiero nel bosco, vide del fumo fuoriuscire dalle finestre della sua abitazione, sconvolta iniziò a correre… La scena, indelebile nella memoria dell’artista, viene ricostruita in [domestic] attraverso una serie di immagini e scritte richiamanti l’evento (foto d’infanzia, immagini di boschi, fiamme ecc..). Il gioco iniziale, stupido e violento, viene così “convertito” in un ambiente domestico denso di ricordi ma anche paure…

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etoy corporation etoy tutorial net art

Etoy.corporation di Etoy (1995)

A metà degli anni ’90 un gruppo di artisti provenienti da diversi paesi europei fondarono in Svizzera una società chiamata Etoy. La mission del gruppo era quella di creare una specie di “scultura aziendale” che facesse proprie le tecniche più avanzate del marketing da sfruttare però a livello artistico. Etoy infatti dette vita, soprattutto a cavallo tra la fine degli anni ’90 e i primi del ‘2000, a tutta una serie di interventi online con l’obbiettivo di creare una critica “dal di dentro” dell’intero sistema affaristico corporativo, sistema che, proprio in quell’epoca, iniziava ad espandersi in rete con il boom delle “dot com”.

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female extension cornelia sollfrank tutorial net art

Female Extension di Cornelia Sollfrank  (1997)

Cornelia Sollfrank è una delle pioniere del “Cyberfemminismo”, movimento nato a metà degli anni ’90 che, mediante azioni mirate di tipo politico-artistico, contesta il predominio maschile nell’industria tecnologica e online. Tra gli interventi più celebri dell’artista c’è senz’altro “Female Extension“, progetto realizzato in occasione di uno dei primissimi concorsi internazionali di Net Art indetto da un museo tedesco. In quell’occasione la Sollfrank inondò il concorso di false concorrenti donna (con relativi profili e recapiti) presentando altrettanti progetti fake realizzati tramite un particolare software di “Generative art”. Alla fine però, malgrado le donne partecipanti al concorso fossero i 2/3 degli iscritti, i tre vincitori erano solo uomini, cosa questa che portò la Sollfrank ad accusare di sessismo l’intera organizzazione della mostra.

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free radio linux tutorial net art

Free Radio Linux di radioqualia (2002)

Free Radio Linux è un intervento online del 2002 del duo australiano radioqualia (Adam Hyde, Honor Harger). Il progetto nasce per omaggiare il sistema open source Linux (sistema operativo a “sorgente aperta” molto in voga all’epoca) e consiste sostanzialmente in una versione audio-recitata del famoso software libero. In Free Radio Linux infatti un particolare sintetizzatore vocale trasforma le numerosissime righe di codice sorgente del sistema operativo Linux in una sorta di litania robotizzata. Il tutto viene poi diffuso in internet in tempo reale. Free Radio Linux è stata quindi una specie di performance automatizzata andata avanti per 590 giorni consecutivi h24. L’operazione è anche l’ennesimo esempio della natura prettamente non commerciale di certa New Media Art.

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Life Sharing di 0100101110101101.org (Eva e Franco Mattes – 2000 / 2003)

Life Sharing è un progetto di 0100101110101101.org, duo artistico composto dagli italiani Eva e Franco Mattes. In Life Sharing i Mattes hanno messo a disposizione il loro computer personale e tutto ciò che c’era dentro per un periodo di tempo lungo tre anni (dal 2000 al 2003). Durante tutta la durata del progetto infatti i visitatori del sito potevano leggere la posta, scaricarsi i file e prendere visione di tutti i documenti (alcuni dei quali molto personali) dei due artisti. In parole povere con Life Sharing i 0100101110101101.org hanno trasformato le loro vite “digitali” da un fatto privato in un fatto pubblico.

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mouchette tutorial net art

Mouchette.org (autore sconosciuto – 1996)

Mouchette.org è una celebre opera di New Media Art di cui non si conosce con certezza il nome dell’autore. Il progetto si presenta come un normale sito web di una ragazza di tredici anni di nome “Mouchette”. La giovane abita ad Amsterdam e dichiara di essere un artista. Navigando all’interno del sito però emergono poco alla volta tutta una serie di paure ed ossessioni della protagonista, sentimenti ed emozioni che forse mal si conciliano con la sua giovanissima età. Mouchette.org è liberamente ispirato all’omonimo film del ’67 di Robert Bresson, la storia di una adolescente che si suicida dopo essere stata stuprata di notte in una foresta. Manipolazione dell’identità informatica e lungo anonimato dell’autore dell’opera sono probabilmente le due principali caratteristiche che hanno contribuito al successo del sito.

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my boyfriend came back from the war olia lialina tutorial net art

My Boyfriend Came Back From the War – MBCBFTW di Olia Lialina (1996)

My Boyfriend Came Back From the War (MBCBFTW) è un’opera dell’artista russa Olia Lialina, una delle pioniere della Net Art. Il progetto è un vero e proprio classico tanto è vero che è stato oggetto, negli anni, di vari adattamenti da parte di altri net artistMBCBFTW racconta la storia di una coppia che cerca di comunicare dopo un non meglio specificato conflitto militare. Frammenti di questo dialogo fanno emergere tutte le difficoltà che i due protagonisti trovano nel parlarsi. Questa sorta di racconto web interattivo è stato creato dalla Lialina dopo il lancio della versione 3 di Netscape Navigator (web browser), versione che introduceva la possibilità di dividere la finestra del browser in frame controllabili in modo indipendente. Navigando in MBCBFTW infatti si aprono in continuazioni nuovi frame e di li altri ancora, il tutto in un rigoroso bianco e nero.

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OPUS di Raqs Media Collective (2002)

OPUS (Open Platform for Unlimited Signification) è un progetto in rete di Raqs Media Collective(Monica Narula, Jeebesh Bagchi, Shuddhabrata Sengupta). In sostanza si tratta di uno spazio web, simile ad una comunità online, dove artisti new media, autori o semplici internauti possono condividere il loro lavoro e al contempo scaricarsi quello altrui. La filosofia alla base dell’intero progetto è quella “open source” del libero scambio di contenuti, siano essi testo, immagini, codice, video, suoni o quant’altro. L’importante è rendere libero l’accesso al sorgente dei propri progetti in modo che chiunque, volendo, possa modificarli a sua volta (ovviamente ogni modifica apportata andrà immediatamente condivisa su internet). L’incrementarsi delle modifiche comporta una crescita organica del singolo progetto e di OPUS nel suo insieme.

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Shredder 1.0 di Mark Napier (1998)

Shredder 1.0 è un noto progetto online dell’artista statunitense Mark Napier. Sostanzialmente si tratta di un sito web dall’aspetto spartano dove, attraverso il campo “location”, è possibile inserire l’indirizzo di un qualsiasi sito web (in alternativa si può scegliere una delle url preimpostate nei “favorites”). Una volta selezionato l’indirizzo web si mette in moto il motore di Shredder 1.0 che restituisce un’immagine astratta e de-strutturata a livello grafico (simile a certi quadri di Gerhard Richter) della pagina web corrispondente. E’ lo stesso Napier a spiegare il senso dei suoi progetti con queste parole: …i miei lavori non sono oggetti ma interfacce, gli utenti diventano collaboratori all’opera d’arte rovesciando le convenzioni su proprietà e autorialità. 

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Super Mario Clouds di Cory Arcangel (2002)

Con Super Mario Clouds l’artista statunitense Cory Arcangel ha voluto omaggiare tutta una sottocultura di programmatori amatoriali che si dilettano con opere creative (soprattutto musicali ma non solo) utilizzando tecnologie obsolete ormai fuori corso. In Super Mario Clouds l’artista ha infatti hackerato una delle primissime versioni del gioco “Super Mario Bros” (un classico dei videogame) modificando una vecchia cartuccia Nintendo. Il risultato è stato quello di eliminare integralmente il gioco, i suoi scenari, i suoi personaggi ecc.. ad eccezione delle nuvolette bianche su fondo azzurro cielo.

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Telegarden di Ken Goldberg (1995)

Telegarden è un noto progetto realizzato da Ken Goldberg, artista e professore di ingegneria all’università di Berkeley in California. L’installazione consiste in un braccio robotico centrato su una base circolare intorno alla quale si trova un piccolo giardino. Gli utenti, una volta registrati sul sito Telegarden, iniziano a prendersi cura delle piante da remoto. Attraverso un’interfaccia intuitiva infatti il sito web permette il controllo del braccio e della telecamera e tutte quelle azioni necessarie per la coltivazione delle pianticelle. Lo scopo di “Telegarden” in realtà, a detta dello stesso Goldberg, è quella di indurre nello spettatore domande tipo “esiste davvero questo giardino o è una messa in scena?”, “le mie azioni sul web sortiscono effetti reali?”.

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The Intruder di Natalie Bookchin (1999)

The Intruder è un progetto web dell’artista statunitense Natalie Bookchin ispirato ad un racconto di Jorge L. Borges del 1966 intitolato “L’intrusa”. In questo progetto la Bookchin racconta, attraverso una sequenza di vignette ciascuna delle quali modellata su un vecchio videogioco (Pong, Space Invaders ecc..), la storia di due fratelli che si innamorano della stessa donna. I due prima si dividono la donna e poi la vendono ad un bordello. Alla fine la donna viene uccisa e i due fratelli, che nel frattempo avevano litigato per questioni di gelosia, si riconciliano. Come ha affermato in un’intervista la stessa artista, The Intruder “ha l’aspetto di un gioco, ma in realtà, è un commento critico sui videogames e il patriarcato”.

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The Thing di Wolfgang Staehle (1995)

Nel 1995, agli albori quindi del World Wide Web, lo scultore tedesco Wolfgang Staehle pubblicò in rete un sito web per artisti, critici e teorici dei mass media di nome  The Thing. Il progetto, nato in realtà qualche anno prima come bollettino telefonico, se da un lato era configurato come un forum dall’altro consentiva agli artisti new media (che proprio a quell’epoca iniziavano a muovere i primi passi) di creare delle opere di Net Art da condividere direttamente tramite la piattaforma. Il risultato fu la creazione di una vera e propria “scultura sociale” aperta alla partecipazione attiva di artisti ed intellettuali di diverso background. The Thing infatti, almeno nei suoi primi anni, fu una sorta di spazio condiviso dove i confini tra la pratica artistica e quella più ordinaria (nel forum si faceva addirittura del gossip) erano estremamente labili.

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The Zapatista Tactical FloodNet di “Electronic Disturbance Theater” (1998)

Nella seconda metà degli anni ’90 Ricardo Dominguez, Brett Stalbaum, Carmin Karasic e Stefan Wray formano in rete un collettivo artistico fortemente politicizzato di nome Electronic Disturbance Theater (EDT). Mission dichiarata di EDT è quella di dar vita ad una serie di azioni di disobbedienza civile online in sostegno dei ribelli zapatisti (rivoluzionari del Chapas che lottano contro l’oppressione governativa). Gli EDT, grazie ad una efficace strategia di rete, riuscirono ad arruolare sostenitori e simpatizzanti provenienti da ogni dove. A questi veniva chiesto di scaricarsi un applet Java chiamato FloodNet. L’applet cercava ripetutamente di aprire pagine web inesistenti su siti bersaglio, come quello dell’ex presidente messicano Ernesto Zedillo, finendo col mandare questi siti ripetutamente in down.

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www.rtmark.com rtmark net art

www.rtmark.com di RTMark (1992)

www.rtmark.com è, o meglio era (il sito non è più online purtroppo), lo spazio web condiviso di un numero imprecisato di attivisti della rete, per la maggior parte rimasti anonimi, che operavano sotto l’etichetta RTMark. Il progetto, simile per certi versi a Etoy, consisteva in una sorta di impresa “hacker” tramite la quale, i suoi attivisti, lanciavano una serie di campagne anti-aziendali e anti-governative senza preoccuparsi troppo delle possibili conseguenze. Il punto di forza di RTMark era infatti che, essendo un marchio registrato con tutti i crismi, i suoi collaboratori godevano delle stesse limitazioni di responsabilità che proteggono gli imprenditori delle Srl da eventuali richieste di risarcimento danni (RTMark infatti fu più volte chiamato a rispondere legalmente per le sue provocazioni ma ne uscì quasi sempre indenne).

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wwwwwwwww.jodi.org (Joan Heemskerk e Dirk Paesmas – 1993)

wwwwwwwww.jodi.org è uno dei grandi classici della Net Art. Il progetto, realizzato a quattro mani dagli artisti Joan Heemskerk e Dirk Paesmas, è un vero e proprio sito web che mira a de-costruire, destrutturare, confondere. Già dalla sua home page infatti ci troviamo dinanzi ad una caotica schermata di incomprensibile testo verde su fondo nero. L’estetica è quella del “glitch”, del difetto tecnico, del bug, dell’errore di compilazione, un tipo di linguaggio quindi tutt’altro che amichevole e informativo. Facendo clic a caso su un punto qualsiasi dello schermo si accede ad altre pagine web e di li ad altre ancora. I contenuti di queste pagine sono ovviamente in linea con l’intero progetto, qui infatti si trovano testi lampeggianti, frammenti di immagini pixellate, grafici incomprensibili, animazioni abortite o mal funzionanti ecc..

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