New Media art tra globalizzazione e world wide web | Vademecum delle arti digitali

Negli ultimi due decenni il termine new media art ha ottenuto un certo successo tanto da diventare l’etichetta ufficiale per una vasta gamma di pratiche artistiche di tipo tecnologico. Sotto questa definizione infatti troviamo una moltitudine di esperienze creative che hanno come unico comune denominatore il fatto di essere prodotte tramite tecnologie cosiddette “emergenti”.

New media art… termine fuori corso?

A onor del vero la terminologia “new media art”, oggi come oggi, risulta abbastanza fuorviante visto che fu introdotta a metà degli anni ’90, quando, una serie di innovazioni tecnologiche, consentirono l’utilizzo del computer e la navigazione in internet a una moltitudine di utenti senza particolari competenze tecniche (innovazioni che oggi si danno per scontate).

Fatto sta che new media art è tutt’ora tra le terminologie più utilizzate per fare riferimento a determinate forme di tecno-arte. Secondo alcuni studiosi di arte elettronica tra l’altro questa terminologia è ancora valida per il semplice motivo che la new media art è strettamente legata agli sviluppi tecnologici del proprio tempo, siano essi hardware che software, e quindi è valida sempre, almeno fino a quando ci saranno artisti che privilegiano l’uso di queste tecnologie a forme di espressione più tradizionali.

Arte tecnologica e arte mediatica

Nel loro testo New Media art, Mark Tribe e Reena Jana affermano che, almeno nella sua fase iniziale, la new media art identificava due distinti fenomeni: l’arte tecnologica (arte elettronica, arte robotica, genomic art ecc…) e l’arte mediatica (video arte, digital art ecc..). Altre caratteristiche peculiari della new media art, sempre secondo i due autori del libro, erano la collaborazione, l’appropriazione, l’identità, l’open sourcing, la telepresenza, la sorveglianza, la parodia aziendale, l’intervento e l’hacktivismo…

Globalizzazione e World Wide Web

Al di là di tutto comunque, ciò che si può affermare con ragionevole certezza, è che la new media art è un fenomeno spontaneo, disomogeneo ed anti sistema nato sulla scia di due eventi di portata mondiale strettamente collegati tra loro: la globalizzazione dei mercati esplosa a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 e la nascita, il 6 agosto del 1991, del World Wide Web (quel giorno infatti l’informatico inglese Tim Berners-Lee pubblicò il primo sito web della storia).

La globalizzazione delle culture e delle economie in altre parole è stata al contempo causa ed effetto del diffondersi dell’uso di internet, dei computer e degli smartphone e di buona parte dei dispositivi ad essi collegati come tablet, visori VR, videogiochi online, localizzatori GPS e telecamere digitali per video-sorveglianza remota, guarda caso gli “attrezzi del mestiere” di una buona fetta degli artisti new media di ieri e di oggi.

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