Net Art: l’arte come strumento di lotta tra hacktivism e artivism | Vademecum delle arti digitali

E’ il 1995 quando l’artista serbo Vuk Cosic riceve una email indecifrabile probabilmente a causa di una incompatibilità tra software. All’interno della email a catturare l’attenzione dell’artista è il seguente frammento:

[…] J8~g#|\;Net. Art{-^s1 […]

Vuk Cosic racconta di essersi sentito molto eccitato, la rete stessa aveva dato finalmente un nome all’attività nella quale egli era coinvolto ormai da qualche anno (attività che di nomi in realtà, già allora, ne aveva più di uno), questo nome era: net.art. Col tempo il punto è caduto, o meglio, il termine “net art” viene utilizzato indifferentemente con o senza il punto.

Nucleo storico della net art

Il nucleo storico della net art era formato da un gruppetto di programmatori che lavorava insieme su internet. Il gruppo era composto, oltre che dallo stesso Vuk Cosic, da Alexei Shulgin, Olia Lialina, Jodi e Heath Bunting. Quasi tutti i componenti del gruppo avevano alle spalle una cultura hacker, un sentire comune che emerge con forza in buona parte dei loro progetti dell’epoca.

Cos’è la net art?

La net art sostanzialmente è una forma d’arte non oggettuale di tipo processuale: l’attenzione dell’artista non è focalizzata sull’opera in sé, sul suo prodotto finale, ma sul procedimento o rituale che ne è alla base (insomma alle opere finite i net artist prediligono le operazioni e i processi che stanno a monte). Nella net art l’arte non è più intesa come rappresentazione bensì come comunicazione, non si punta alla creazione di oggetti estetici ma ad attivare operazioni culturali.

L’habitat naturale ed esclusivo della net art è ovviamente internet. La rete, per i net artist, non è solo un medium, ma lo spazio dove le opere vengono distribuite e fruite oltre che la culla culturale di riferimento, insomma un network a tutto tondo attraverso cui potersi esprimere in modo libero e talvolta giocoso.

Spirito della net art

Lo spirito ironico-dadaista della net art, almeno di quella degli inizi, emerge dal modus operandi di molti suoi artisti. I net artist infatti amano giocare con la parodia, con l’errore, con la destrutturazione delle pagine web, affermano principi come la totale “anarchia della rete”, rifiutano il concetto di copyright, amano insomma l’azione volta a sovvertire e sabotare, spesso in modo ironico appunto, tutto un’insieme di regole e comportamenti sociali.

Hacktivism e artivism

Emblematiche, da questo punto di vista, sono le due tendenze di fondo della net art: l’hacktivism e l’artivism. L’hacktivism (termine derivato da hacking + activism) è sostanzialmente una forma di attivismo politico e sociale praticato con gli strumenti e le metodologie tipiche dell’hacking. L’artivism (art + activism) invece è anch’esso uno strumento di lotta politico sociale ma più spostato sull’arte e l’estetica della comunicazione. In realtà, hacktivism e artivism, sono fondamentalmente due categorie fluttuanti e facilmente sovrapponibili tra loro.

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vademecum net art capitolo 4