Crypto art: l’arte digitale nell’era delle criptotecnologie | Vademecum delle arti digitali

I token NFT di cui abbiamo appena parlato vengono scambiati, venduti o acquistati, su particolari piattaforme online chiamate marketplace (tra quelle specializzate in token NFT ci sono OpenSea, SuperRare, Rarible ecc.).

La moneta virtuale più utilizzata in questo genere di compravendite è l’Ether, o ETH, ovvero la valuta nativa di Ethereum, piattaforma decentralizzata del Web 3.0 punto di riferimento, privilegiato anche se non esclusivo, per gli NFT.

Chi ha un minimo di familiarità con marketplace e token NFT sa bene che, almeno da un punto di vista prettamente creativo, queste opere lasciano talvolta un po’ a desiderare.

Frutto sostanzialmente del lavoro dei creator – dei quali ho ampliamente dibattuto nel mio testo “Copy-paste creativo” -, molte delle immagini e delle animazioni proposte da questi nuovi protagonisti della creatività contemporanea online risultano essere, con le consuete eccezioni, un po’ scontate se non addirittura banali.

Del resto è anche vero che questa moltitudine di creativi digitali non subisce alcun filtro da parte di critici, teorici e curatori, come avviene ad esempio nei circuiti dell’arte tradizionale.  Se questo aspetto, da un certo punto di vista, può essere positivo, perché favorisce lo scambio artista-collezionista senza intermediari, dall’altro rappresenta un limite, perché permette a persone poco ispirate di proporre qualsiasi cosa, dalle cianfrusaglie digitali a plagi veri e propri.

Tutte le opere native digitali, create cioè direttamente al computer, più quelle digitalizzate, quindi native analogiche, una volta coniate (minting) – ovvero pubblicate su blockchain -prendono il nome di crypto art.

E’ possibile che in futuro assisteremo a mostre di crypto art immersi direttamente nella sala VR di una piattaforma online, oppure che goderemo dei nostri token NFT grazie a cornici digitali e smart poster di ultima generazione. Per ora c’è da dire che, oltre ai già accennati limiti di selezione delle opere, la crypto art presenta un altro problema, ben più serio, che è quello dell’impatto ambientale.

Le transazioni su blockchain, infatti, consumano quantità enormi di energia elettrica (necessaria per l’attività di calcolo dei terminali coinvolti) che si traducono in produzione di CO2 e quindi in inquinamento. Per fortuna ci si sta muovendo verso soluzioni più green che, in un futuro si spera non troppo distante, dovrebbero abbattere in modo significativo il problema degli inquinanti e quindi fare della blockchain una tecnologia pulita o comunque a basso impatto ambientale.

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